La FIVET – acronimo di Fecondazione In Vitro e Trasferimento Embrionale, rientra tra le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita di II livello in cui la fecondazione degli ovociti avviene direttamente in laboratorio, in vitro appunto, e che può essere indicata dallo specialista alle coppie che non sono riuscite a ottenere una gravidanza con altri trattamenti di fertilità o che presentano problemi di infertilità di diversa natura.
Cos’è la FIVET?
La FIVET consiste nell’incontro, in vitro in un terreno di coltura adatto, dei gameti femminili ottenuti tramite aspirazione del liquido follicolare e quelli maschili ottenuti in seguito alla preparazione del campione di liquido seminale.
La scelta della tecnica viene proposta dal medico e confermata dai biologi il giorno dell’intervento e dipenderà dal numero, dalla qualità dei gameti, da fattori come l’età della donna, precedenti tentativi con tecniche di procreazione medicalmente assistita.
Gli step della FIVET
Per procedere alla realizzazione di una FIVET si succedono diverse fasi:
- Il primo passo consiste nell’induzione di un’ovulazione multipla attraverso l’assunzione di alcuni farmaci per stimolare la crescita follicolare. Lo specialista potrà indicare che tipo di farmaco prescrivere, per la stimolazione ovarica, per la maturazione degli ovociti, per impedire l’ovulazione prematura o per la preparazione dell’utero;
- Tramite delle ecografie di controllo, dopo circa due settimane dall’inizio della stimolazione ovarica, viene effettuata una valutazione della stimolazione ovarica per confermare che il numero di follicoli sviluppati sia adeguato, che non ci sia un’ovulazione prematura, oppure che il numero di follicoli sviluppati siano troppi (cosiddetta sindrome da iperstimolazione ovarica);
- Circa 36-38 ore prima dell’ovulazione si procede successivamente al prelievo ovocitario, dalla durata di circa 15-20 minuti attraverso un intervento ambulatoriale con leggera anestesia, durante il quale i follicoli maturi vengono prelevati per via transvaginale;
- Si procede quindi con la raccolta del campione di seme da parte del partner o di un campione donato precedentemente esterno alla coppia, il giorno del prelievo ovocitario;
- In laboratorio si effettua l’inseminazione in cui gli ovociti vengono fecondati con gli spermatozoi in una piastra di coltura e la fecondazione avviene spontaneamente;
- Gli embrioni fecondati vengono quindi coltivati in laboratorio per 2-5 giorni in un ambiente controllato e valutati in base alla loro crescita e al loro sviluppo e alla morfologia per identificare quelli con il maggior potenziale di impianto. In questa fase è possibile se necessario procedere alla diagnosi genetica pre-impianto;
- Gli embrioni ritenuti staticamente più probabili di impianto, vengono selezionati per la fase del transfer. Il numero di embrioni da trasferire è un aspetto di fondamentale importanza perché per ogni donna è necessario trovare un compromesso tra la possibilità di concepimento e il rischio di parto plurimo. Il discriminante in questa scelta spesso è il fattore età della donna;
- Tramite l’assunzione di farmaci per favorire il più possibile la creazione di un ambiente uterino ottimale in vista dell’impianto, nella tecnica FIVET, la donna viene preparata con l’inserimento in utero di un catetere, un tubicino, sottile e flessibile, passando attraverso la vagina e la cervice. All’estremità del catetere, viene collegata una siringa contenente uno o più embrioni, che vengono quindi spinti all’interno dell’utero. Se la procedura di transfer ha avuto successo, l’embrione si annida nella parete dell’utero circa 6-10 giorni dopo il transfer.
Quando è consigliata la FIVET?
La scelta della tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita viene indicata dallo specialista che segue la coppia che sta ricercando la gravidanza. La fecondazione viene impiegata nei casi di alterazione ed ostruzione delle tube o della loro mancanza congenita o acquisita (nei casi per esempio di asportazione chirurgica, a causa ad esempio di endometriosi severa).
La presenza di queste condizioni rendono difficile o impossibile l’incontro dell’ovulo con lo spermatozoo e quindi la fecondazione. L’unione dei gameti viene quindi effettuata in laboratorio superando l’impedimento organico.
Si ricorre a questa tecnica nei casi in cui:
- Nella coppia, la donna presenti una problematica tubarica che renda impossibile una gravidanza naturale, e non sia superabile con inseminazione intrauterina;
- I problemi di infertilità sono legati a problemi ovulatori;
- Il fattore maschile presenti delle problematiche nel seme e quindi risulti indispensabile la selezione diretta degli spermatozoi per la fecondazione degli ovociti;
- La coppia abbia una diagnosi di infertilità idiopatica, e le precedenti tecniche di primo livello hanno dato degli insuccessi, quindi viene suggerito di passare alla fecondazione in vitro.
- Donne che hanno subito asportazione delle ovaie o a cui mancano dalla nascita, e in tutti i casi di insufficienza ovarica. In questi casi è necessario ricorrere a ovociti donati dall’esterno della coppia.
La differenza tra FIVET e ICSI
La tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita chiamata Iniezione Intracitoplasmatica dello Spematozoo (ICSI) prevede l’inseminazione di un ovocita tramite la micro-iniezione di un singolo spermatozoo direttamente al suo interno. L’incontro dell’ovocita con lo spermatozoo avviene quindi all’esterno del corpo della donna, dunque la fecondazione avviene su una piastra di coltura all’interno di incubatori e successivamente, gli embrioni ottenuti vengono trasferiti nell’utero della donna.
La differenza tra FIVET e ICSI riguarda quindi la modalità con cui viene effettuata la fecondazione. Nella FIVET, la fecondazione avviene spontaneamente, mentre nella ICSI la fecondazione avviene tramite microiniezione.
Lo specialista può suggerire questa tecnica alla coppia sulla base di diversi fattori, come:
- la qualità del seme del partner;
- l’età della donna;
- la storia di precedenti fallimenti di fecondazione con tecnica FIVET;
- in caso di limitazioni nel numero di ovuli disponibili per l’inseminazione.
Questa tecnica viene indicata poi in particolar modo nei casi di infertilità maschile severa, perché tramite l’ICSI si consente di superare le difficoltà di fecondazione, in quanto un singolo spermatozoo viene inserito direttamente all’interno del citoplasma dell’ovocita tramite la rimozione di tutte le barriere ovocitarie, costituite dalle cellule del cumolo e della corona radiata.
Casi di successo
L’esperienza dei centri Genera, indica che il tasso di successo delle tecniche di PMA va misurato tenendo in considerazione tentativi multipli di fecondazione in vitro, in quanto le possibilità di ottenere una gravidanza aumentano ad ogni tentativo. Le ricerche hanno evidenziato che il tasso di successo raggiunge il potenziale effettuando sei cicli di fecondazione in vitro, con l’utilizzo di tutti gli embrioni prodotti in vari trasferimenti (a fresco e/o scongelati).
Nei casi di fecondazione in vitro utilizzando i gameti propri della coppia, la percentuale di gravidanza a termine per singolo embryo transfer è del 36%, che aumenta a 60% al termine del primo ciclo con embrioni trasferibili, aumentando ancora a 93% per gravidanza a termine dopo 3 cicli con embrioni trasferibili.
Nei casi di trattamenti omologhi, l’età della donna ha un impatto molto importante sul tasso di successo della tecnica.