La stimolazione ovarica è una delle fasi principali durante i trattamenti di fecondazione assistita, in cui, attraverso l’utilizzo di farmaci, si mira a regolare e potenziare l’attività ovarica con l’obiettivo di aumentare la produzione di follicoli ovarici maturi e quindi incrementare le possibilità di concepimento.
Cos’è la stimolazione ovarica?
Fisiologicamente, tutti i mesi, l’ovaio mette a disposizione un determinato numero di follicoli definiti follicoli antrali. Maggiore è la riserva ovarica della paziente, maggiore è il numero di follicoli ovali che l’ovaio presenta. Tra questi solo uno verrà però selezionato e stimolato affinché maturi e possa determinare l’ovulazione.
Il trattamento di stimolazione ovarica mira ad aumentare il numero dei follicoli selezionati che giungeranno quindi ad ovulazione aumentando le chance di fecondazione degli ovociti e l’instaurarsi di una gravidanza.
Il trattamento di stimolazione ovarica varia nei dosaggi, nella durata e nel protocollo a seconda della risposta individuale e dell’obiettivo del trattamento: rapporti mirati, inseminazione intrauterina o fecondazione in vitro (FIV).
PMA e numero follicoli maturi
Nelle inseminazioni intrauterine e nei rapporti mirati finalizzati alla gravidanza, sono necessari al massimo 2-3 follicoli maturi, mentre nella fecondazione in vitro il numero di follicoli necessari ad ottimizzare il trattamento dipenderà da una serie di fattori, come:
- la riserva ovarica della donna;
- l’età;
- la storia clinica;
- un’eventuale presenza di un fattore maschile.
Pertanto, a più follicoli corrisponderanno maggiori percentuali di gravidanza.
Quanto dura un ciclo di stimolazione ovarica
Nelle pazienti che accedono ad un percorso di Fecondazione in vitro, la durata dell’intero ciclo di stimolazione ovarica, rispetto al protocollo di stimolazione utilizzato, può variare dai 10 ai 20 giorni.
I protocolli, scelti in base alle caratteristiche della riserva ovarica, dell’età e della storia clinica della paziente sono suddivisi in:
- Protocollo con agonisti del GnRH – utilizzato in meno del 10% dei casi;
- Protocollo con antagonisti del GnRH – utilizzato in più dell’90% dei casi.
Esistono comunque altri tipi di protocolli terapeutici che possono essere utilizzati in condizioni particolari.
Per esempio, laddove non si prevede di effettuare un trasferimento embrionale a fresco ma di effettuare un transfer con embrioni precedentemente vitrificati, sarà sempre più diffuso un protocollo di stimolazione che mira a prevenire l’ovulazione spontanea attraverso l’utilizzo di un progestinico.
Tali protocolli, sia pure con differenze importanti, sono basati su tre punti fondamentali:
- stimolazione della crescita follicolare multipla tramite l’utilizzo di Gonadotropine;
- prevenzione del picco prematuro di LH, l’ormone che, tra le altre attività, regola la produzione di estrogeni e progesterone;
- induzione finale della maturazione ovocitaria.
Come funziona la stimolazione ovarica
Per poter accedere ai trattamenti di fecondazione assistita e iniziare la stimolazione ovarica, la coppia deve aver concluso l’iter diagnostico terapeutico stabilito dal centro ed effettuato quelli che sono gli accertamenti considerati obbligatori.
Tali esami possono variare da centro a centro.
L’iter previsto per la stimolazione
La stimolazione ovarica si compone di diverse tappe:
- valutazione iniziale con ecografia basale: all’inizio del ciclo mestruale, viene eseguita un’ecografia per verificare lo stato di riposo delle ovaie, senza cisti o follicoli anomali;
- stimolazione ovarica controllata: vengono somministrati ormoni, come le gonadotropine, per regolare la crescita dei follicoli. Questa fase, che dura circa 10-12 giorni, mira a far crescere i follicoli contemporaneamente e fino alla giusta dimensione. Durante tale fase sarà necessario effettuare un monitoraggio della risposta tramite ecografia ed eventuali prelievi ormonali;
- maturazione dei follicoli e ovulazione: si inietta l’ormone scatenante, come l’hCG, per indurre la maturazione finale dei follicoli e preparare l’ovulazione. Questo viene fatto circa 32-36 ore prima del prelievo degli ovociti.
Dopo la stimolazione ovarica, si procede con il prelievo chirurgico degli ovuli maturi, procedura che avviene mediante guida ecografica.
Nella fecondazione assistita, l’obiettivo è replicare il ciclo naturale amplificando la produzione follicolare con l’uso di farmaci contenenti FSH.
Si possono avere rapporti durante la stimolazione ovarica?
Durante la stimolazione ovarica, non c’è un divieto riguardo ai rapporti sessuali, ma è importante seguire le indicazioni del medico. Le iniezioni ormonali possono causare un ingrossamento delle ovaie, rendendo possibili disagi durante i rapporti sessuali.
Alcuni medici consentono l’attività sessuale, a meno che non ci siano specifiche complicazioni o indicazioni mediche contrarie. È fondamentale discutere con il medico eventuali rischi o raccomandazioni specifiche, specialmente per evitare una gravidanza multipla indesiderata.
Quale tipologia di farmaci sono utilizzati?
Durante la stimolazione ovarica, vengono utilizzati farmaci secondo protocolli personalizzati basati sull’anamnesi della paziente, età, condizioni mediche come ad esempio la presenza della sindrome dell’ovaio policistico (PCOS), livelli ormonali e il numero di follicoli antrali
Per stimolare la produzione di più follicoli, e quindi di più ovociti, viene prescritta una terapia tramite iniezioni sottocutanee di gonadotropine ipofisiarie che inducono la maturazione contemporanea di più follicoli.
In alcuni casi può essere consigliata una preparazione mediante l’utilizzo della pillola estroprogestinica per favorire una risposta omogenea dell’ovaio. Per controllare il ciclo e prevenire un’ovulazione precoce, vengono utilizzati agonisti o antagonisti GnRH o progestinici.
L’ovulazione viene indotta quando i follicoli raggiungono le dimensioni di 16-20 mm di diametro medio, solitamente 36-38 ore prima del prelievo degli ovociti o dell’inseminazione intrauterina.
In ogni caso, farmaci e dosi necessarie per la stimolazione ovarica possono essere diversi rispetto alla situazione specifica e rispetto alla paziente. Per questo è molto importante la comunicazione diretta tra lo specialista in fertilità e la coppia: per condividere tutte le informazioni di cui possono avere bisogno.
I rischi nella stimolazione ovarica
Le sostanze utilizzate nella stimolazione ovarica, se dosate e utilizzate per il tempo corretto, non presentano controindicazioni significative. Tuttavia, possono causare effetti collaterali come:
- sbalzi d’umore;
- tensione mammaria;
- gonfiore addominale;
- edemi cutanei;
- aumento del volume ovarico;
- dolore addominale;
- tromboembolie.
Il rischio è però ridotto grazie a continui controlli ecografici e ormonali, permettendo di modificare o interrompere il trattamento se necessario.
Prima della terapia ormonale, le pazienti vengono sottoposte a esami per escludere patologie oncologiche ormono-correlate e trombofilia.
Numerosi studi scientifici hanno smentito il rischio che questa terapia possa indurre tumori.
Consigli e stile di vita durante questa fase
Durante la stimolazione ovarica per la fecondazione assistita, è essenziale mantenere uno stile di vita sano e equilibrato.
È consigliabile:
- praticare regolare esercizio fisico e di garantire sufficiente riposo;
- favorire un’adeguata idratazione, utile anche per contrastare la ritenzione idrica associata agli estrogeni aumentati:
- evitare il fumo e gli alcolici, ridurre il consumo di caffè e di cibi piccanti.