L’infertilità è definita dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come l’assenza di concepimento dopo 12-24 mesi – 6 mesi se la donna ha più di 35 anni – di rapporti finalizzati alla gravidanza.
In Italia questa situazione riguarda circa il 15% delle coppie. In circa il 30% dei casi, le cause dell’infertilità sono dovute a un fattore maschile.
Comprendere le cause e le opzioni di trattamento disponibili è fondamentale per affrontare questa condizione e migliorare le possibilità di concepimento.
Cos’è l’infertilità maschile?
Per infertilità maschile si intende la riduzione della capacità riproduttiva dell’uomo, causata da una insufficiente produzione di spermatozoi o da anomalie nella qualità degli spermatozoi prodotti. Negli ultimi 40 anni, si è evidenziato un calo del liquido seminale tanto che, attualmente il 7% della popolazione maschile a livello globale ha visto una riduzione della propria fertilità.
Il Ministero della Salute evidenzia che circa un italiano su tre ha patologie di natura andrologica.
In età pediatrica, le principali sono criptorchidismo:
- Varicocele;
- Ipogonadismo;
- Anomalie congenite del tratto genito-urinario.
In età adulta, le principali patologie sono di natura andrologica, problematiche sessuali e malattie sessualmente trasmissibili.
Sono diversi i fattori di rischio che influiscono sull’infertilità, spesso correlata a comportamenti scorretti acquisiti in età giovanile a causa di una mancanza di consapevolezza della funzione riproduttiva, relativi allo stile di vita e all’esposizione ambientale e lavorativa. Inoltre, l’aumento dell’età al primo figlio può compromettere la fertilità dell’uomo.
Quali sono le cause dell’infertilità?
Le cause dell’infertilità maschile si possono dividere in:
- pre-testicolari, rappresentate da malattie alle ghiandole del sistema nervoso centrale che si occupano di mantenere la normale spermatogenesi;
- testicolari, legate all’alterazione della produzione di spermatozoi;
- post-testicolari, legate alle alterazioni delle vie seminali e disfunzioni sessuali.
La mancanza di prevenzione effettuata già in giovane età, l’assenza di controlli medici in età pre e post puberale, in aggiunta all’impatto di errati stili di vita come fumo, sedentarietà, alimentazione scorretta o eccessivo consumo di alcol, possono portare a una diagnosi tardiva di patologie che potrebbero essere prevenute.
È consigliato quindi, sottoporsi a una visita andrologica entro i 20 anni al fine di individuare precocemente problematiche e prevenire le principali patologie.
È il caso ad esempio del varicocele, un’anomala dilatazione varicosa delle vene dei testicoli, che rappresenta una delle principali cause di infertilità maschile, se viene corretto in età giovanile, nella maggior parte dei casi si evitano le conseguenze in età adulta.
Quali sono i sintomi?
L’infertilità maschile spesso non è riconducibile a sintomi evidenti e si arriva a una diagnosi nel momento in cui si ricerca una gravidanza e non arriva il concepimento.
Nei casi di varicocele che, può manifestarsi sia in modo asintomatico sia con una sensazione di peso e di fastidio all’altezza dello scroto, anche le infiammazioni che possono interessare i canali uroseminali, che in diverse occasioni possono determinare urgenza o bruciore nella minzione o in contesto di eiaculazione, possono dare sintomi visibili.
Negli altri casi, è possibile porre attenzione ad alcuni segnali di allarme come disfunzioni sessuali, come quella erettile, scarsa o assente qualità del seme.
Anche la presenza di noduli o gonfiore nella zona testicolare, o la crescita anormale delle mammelle – definita ginecomastia – così come una diminuzione della peluria che è segno di un’alterazione ormonale.
Diagnosi ed esami
Per stabile una diagnosi di infertilità maschile è necessario effettuare una visita andrologica che prevede oltre a un accurato esame generale e dei genitali, serve a raccogliere informazioni circa le abitudini di vita, come fumo, consumo di alcol o droghe.
Il primo esame diagnostico è quello del liquido seminale o spermiogramma, che definisce le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi e la potenzialità fertile dell’uomo, e rileva:
- Oligospermia, cioè ridotto numero di spermatozoi;
- Azoospermia, cioè l’assenza di spermatozoi;
- Astenospermia, la ridotta motilità degli spermatozoi;
- Teratozoospermia, difetti nella forma degli spermatozoi;
La diagnosi ormonale prevede il dosaggio di alcuni ormoni come FSH, LH e testosterone totale.
Fondamentale è l’ecocolordoppler scrotale o testicolare, esame non invasivo, tramite il quale si valuta in maniera completa le caratteristiche dei testicoli, si riconoscono patologie responsabili di infertilità e si possono individuare patologie interferenti con la salute generale del paziente.
Le cure dipendono dalla causa specifica e possono includere interventi chirurgici, terapie farmacologiche per infezioni o disfunzioni ormonali, e in alcuni casi, Procreazione Medicalmente Assistita, se trattamenti precedenti non hanno avuto successo.
Infertilità e sterilità, c’è differenza?
Per sterilità si intende l’incapacità biologica da parte di un uomo o di una donna di contribuire al concepimento.
Per infertilità invece si intende l’incapacità di portare a termine una gravidanza in una coppia in grado di concepire. Nell’uomo, si parla di sterilità in presenza di condizioni come azoospermia, la cripto-azoospermia, cioè una quantità di spermatozoi estremamente insufficiente nel liquido seminale, aspermia, cioè assenza di eiaculazione o necrozoospermia, quando gli spermatozoi presenti nel liquido seminale sono morti.
Prevenzione e fattori di rischio
Per prevenire l’infertilità maschile e limitare i fattori di rischio, si consiglia di:
- Utilizzare protezioni durante i rapporti sessuali;
- Mantenere un peso corporeo sano;
- Prestare attenzione all’igiene intima;
- Evitare abiti troppo aderenti che possano surriscaldare i testicoli;
- Evitare sedentarietà e consumo di droghe.
Un uomo sterile può avere figli?
Nelle situazioni in cui non si riesca a raggiungere il concepimento spontaneamente, si può ricorrere alla Procreazione Medicalmente Assistita per raggiungere il proprio desiderio di genitorialità.
Tramite la tecnica FIVET (fecondazione in vitro / embryo transfer) gli ovociti e gli spermatozoi vengono messi a contatto in laboratorio e la fecondazione avviene spontaneamente, seppur in laboratorio.
Con la tecnica ICSI, iniezione intracitoplasmatica dello spermatozoo, un singolo spermatozoo viene introdotto nel citoplasma dell’ovocita e gli embrioni ottenuti vengono inseriti direttamente in utero.
Quando gli spermatozoi non sono presenti nel liquido seminale si può fare ricorso a tecniche di prelievo degli spermatozoi in altri punti dell’apparto riproduttivo – testicolo o epididimo – e anche se in numero esiguo possono essere prelevati aspirandoli chirurgicamente o con un ago attraverso la cute.
Nei casi in cui sia possibile risolvere la causa di infertilità tramite operazione chirurgica, è possibile correggere problemi fisici come l’ostruzione dei condotti deferenti, ripristinando la fertilità e permettendo il concepimento naturale.