L’infertilità è una patologia che si definisce come l’assenza di concepimento dopo almeno 12 mesi di regolari rapporti sessuali mirati non protetti, che si riducono a 6 mesi in presenza di età materna avanzata. Questa patologia può riguardare la donna, l’uomo, o entrambi i partner, in questo caso si parla di infertilità di coppia.
Cos’è l’infertilità
L’infertilità può essere distinta in primaria, nel caso in cui una coppia non abbia mai concepito, oppure in infertilità secondaria, quando si constata una difficoltà ad un nuovo concepimento in seguito ad una precedente gravidanza a termine.
Il termine sterilità si utilizza invece per i casi di assoluta incapacità riproduttiva, sia nella donna che nell’uomo, ovvero quando si ha un’assenza totale di spermatozoi o uno stato menopausale.
Quali sono le cause dell’infertilità
Le cause che portano all’infertilità sono molteplici e complesse e possono includere fattori maschili e femminili, ambientali, stile di vita e fattori genetici.
Cause infertilità femminile
Tra le cause dell’infertilità femminile troviamo:
- i disordini ovulatori che si traducono in irregolarità del ciclo mestruale;
- amenorrea cioè l’assenza delle mestruazioni;
- l’oligomenorrea (l’allungamento del naturale ritmo del ciclo mestruale);
- fattore tubarico, ovvero l’ostruzione o malfunzionamento delle tube di Falloppio, spesso conseguente a infezioni ascendenti del tratto genitale, è la principale indicazione ai trattamenti di fecondazione in vitro in giovane età.
A queste si aggiungono:
- le patologie ginecologiche croniche come endometriosi e l’adenomiosi possono influenzare negativamente la fertilità della donna, così come i fibromi uterini in base alla loro localizzazione e grandezza.
Sicuramente il fattore che impatta maggiormente sulla fertilità femminile è l’età materna avanzata, infatti dai 35 anni in avanti assistiamo a un depauperamento in termini quantitativi e qualitativi della riserva ovarica.
Cause infertilità maschile
Le cause dell’infertilità maschile includono problematiche relative al seme, quali:
- bassa concentrazione di spermatozoi;
- scarsa motilità o alterazioni morfologiche;
- ostruzione alle vie spermatiche che possono creare impedimenti al passaggio degli spermatozoi.
Possono esservi anche problematiche ormonali, con disfunzioni dell’asse ipotalamo-ipofisi-testicolo o fattori genetici, come anomalie cromosomiche o genetiche.
Infertilità maschile e femminile
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, l’infertilità in Italia riguarda circa il 15% delle coppie mentre, nel mondo, circa il 10-12% e può avere importanti ripercussioni nella vita di coppia. Soprattutto i sensi di colpa riguardo scelte passate di vita possono prendere il sopravvento e avere importanti conseguenze. In particolare, le donne possono sentirsi depresse e stressate dalla condizione di infertilità in sé, indipendentemente da chi nella coppia ne è coinvolto. Inoltre, visto che la maggior parte degli accertamenti e dei trattamenti viene eseguito sul corpo femminile, le donne spesso provano un senso di colpa o di inadeguatezza.
Diagnosi infertilità maschile
Per valutare lo stato di fertilità nell’uomo è indispensabile una valutazione del liquido seminale con una visita andrologica, che deve prevedere una raccolta della storia clinica e familiare, insieme a un accurato esame generale e dell’apparato riproduttivo. L’esame del liquido seminale – o spermiogramma – definisce le caratteristiche quantitative e qualitative degli spermatozoi e la potenzialità fecondante dell’uomo. Lo spermiogramma rileva eventuali condizioni di oligospermia (ridotto numero di spermatozoi), azoospermia (assenza di spermatozoi), astenospermia (ridotta motilità degli spermatozoi), teratozoospermia (difetti nella forma degli spermatozoi).
Nell’inquadramento andrologico è prevista l’ecografia testicolare, esame non invasivo, che permette di valutare in maniera completa tutte le caratteristiche dei testicoli, di riconoscere patologie responsabili di infertilità e di individuare patologie interferenti con la salute riproduttiva.
Bisogna ricordare, infine, che il 30% dei casi di infertilità maschile è idiopatica poiché non è possibile identificarne una causa. I fattori coinvolti possono essere esterni, quali lo stile di vita, l’alimentazione e l’inquinamento ambientale, oppure legati all’individuo, come infezioni croniche o cause genetiche non note.
Diagnosi dell’infertilità femminile
Gli accertamenti rispetto all’infertilità femminile includono in primis una raccolta anamnestica personale e familiare dettagliata. I dosaggi ormonali, tra cui l’ormone Antimulleriano (AMH) che è un indice indiretto di riserva ovarica e rappresenta soltanto un parametro quantitativo di quest’ultima e non qualitativo, poichè la qualità degli ovociti dipende principalmente dall’età della donna. Il tampone cervico-vaginale valuta la presenza o meno di infezioni dell’apparato riproduttivo (vagina e collo dell’utero).
Tramite l’ecografica pelvica transvaginale si può valutare l’anatomia dell’apparato riproduttivo femminile e la presenza di eventuali alterazioni, inoltre valuta il numero e la crescita dei follicoli ovarici. L’isteroscopia prevede l’introduzione di uno strumento ottico collegato a una telecamera in cavità uterina, e permette una visione diretta della stessa ed il riconoscimento di eventuali patologie endometriali.
Le soluzioni possibili attraverso la PMA
Il trattamento dell’infertilità sia femminile che maschile, dipende dalle cause dell’infertilità stessa e dal tempo di ricerca alle spalle. Per questo motivo è necessario che la fase diagnostica venga eseguita nel modo più preciso e completo possibile, in modo che la coppia possa essere indirizzata verso il trattamento più indicato.
Le tecniche di Procreazione Medicalmente Assistita consentono quindi di aumentare le probabilità di concepimento e di diminuire i tempi al raggiungimento della gravidanza.
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PMA: le tecniche di primo livello
Si differenziano diversi livelli di PMA rispetto al grado di invasività della tecnica: le tecniche di primo livello comprendono tutte le metodiche che favoriscono il concepimento naturale, come l’inseminazione intrauterina.
PMA: tecniche di secondo e terzo livello
Quelle di secondo e terzo livello comprendono le tecniche di fecondazione in vitro, in cui l’incontro tra ovocita e spermatozoo avvenga in laboratorio. Queste metodiche prevedono l’induzione di una stimolazione ovarica multipla, procedura che permette lo sviluppo simultaneo di più follicoli ovarici, utili per disporre di un elevato numero di ovociti maturi da poter fecondare, aumentando così le possibilità di successo della tecnica.
Prevenzione della fertilità
La prevenzione in tema di salute deve iniziare dall’infanzia e proseguire in ogni fase della vita, soprattutto quando si parla di infertilità, conducendo uno stile di vita sano, evitando fattori di rischio come il fumo, l’abuso di alcool, l’obesità, l’eccessiva magrezza o sedentarietà.
Anche l’esposizione a comportamenti sessuali a rischio possono compromettere la fertilità, tanto che negli ultimi anni si è registrato un aumento delle patologie acute e croniche della sfera riproduttiva legate alle malattie infettive sessualmente trasmesse, che possono comportare un danno permanente agli organi riproduttivi, con conseguente infertilità di coppia.
Per rimanere nel tema della prevenzione della fertilità, è importante sottolineare che oggi la scienza mette a disposizione tecniche di crioconservazione, che permettono alla donna la possibilità di conservare il proprio patrimonio riproduttivo e utilizzarlo in un successivo momento, quando il concepimento naturale potrebbe risultare difficile.