Come funziona l’inseminazione intrauterina? Scopriamo come questa procedura di Procreazione Medicalmente Assistita (PMA) può aiutare le coppie con problemi di fertilità a realizzare il sogno di diventare genitori.
Cos’è la IUI
L’inseminazione intrauterina, detta anche IUI, è una tecnica di PMA di I livello che consiste nell’introduzione del liquido seminale precedentemente trattato in laboratorio all’interno dell’utero della donna durante il periodo peri-ovulatorio (i giorni immediatamente precedenti e successivi all’ovulazione), con l’obiettivo di facilitare l’incontro tra spermatozoo e ovocita e dunque la fecondazione.
Rientra tra le opzioni terapeutiche più semplici e meno invasive per le coppie.
Come funziona l’inseminazione intrauterina
Il processo di inseminazione intrauterina prevede alcuni passaggi, ciascuno dei quali è fondamentale per aumentare le probabilità di successo della procedura. Innanzitutto, è importante rivolgersi a un Medico Ginecologo esperto in Medicina della Riproduzione, il quale dopo una accurata visita di coppia, porrà l’indicazione per questo tipo di trattamento e gli esami necessari da effettuare.
Esami di laboratorio e strumentali
Prima di iniziare il percorso di inseminazione intrauterina, è necessario sottoporsi a una serie di esami di laboratorio e strumentali.
Questi test includono:
- Analisi del sangue per valutare i livelli ormonali ed escludere la presenza di anticorpi contro la Chlamidia tracomatis, che potrebbe aver determinato un danno della funzionalità tubarica. Se così fosse sarà indicato eseguire l’esame per valutare la pervietà tubarica (isterosalpingografia o sonoisterosalpingografia), con un tampone cervico vaginale con ricerca di Chlamidia e Micoplasmi, che deve risultare negativo;
- Per il partner maschile, un esame del liquido seminale (spermiogramma) con test di capacitazione che determina la quantità, la qualità e la motilità degli spermatozoi.
Ricordiamo che anche ai fini delle tecniche di I livello è obbligatoria secondo la normativa vigente l’esecuzione degli esami infettivologici per entrambi i partner con una scadenza stabilita.
Monitoraggio ciclo ovulatorio
Una volta completati gli esami preliminari, il primo passo del trattamento di inseminazione intrauterina consiste nel monitoraggio del ciclo ovulatorio della donna. Questo monitoraggio è essenziale per determinare il momento migliore per effettuare l’inseminazione.
Spesso, la donna viene sottoposta a una leggera stimolazione ovarica tramite gonadotropine a basso dosaggio (somministrazione iniettiva sottocutanea) o clomifene citrato (somministrato in compresse per via orale), con l’obiettivo di indurre la crescita di uno-due follicoli e cercare di ottenere almeno un ovocita maturo, aumentando così le probabilità di successo della fecondazione.
I protocolli di stimolazione utilizzati hanno generalmente una durata di 12 giorni e vengono scelti sulla base della riserva ovarica, dell’età della donna, del BMI (indice di massa corporea) e della storia clinica della paziente.
Raccolta liquido seminale
In coincidenza con il periodo peri-ovulatorio, il partner maschile è chiamato a raccogliere un campione di liquido seminale. L’astinenza ottimale raccomandata è tra i 2 e i 5 giorni. Questo campione viene poi processato in laboratorio per isolare gli spermatozoi di migliore qualità, eliminando quelli meno mobili o con morfologia anomala. La valutazione dei parametri macroscopici comprende: fluidificazione, viscosità, aspetto, volume e pH.
L’inseminazione
Una volta ottenuto il campione di spermatozoi trattato, si procede con l’inseminazione vera e propria che avviene circa 32-36 ore dopo aver indotto l’ovulazione e maturazione finale dell’ovocita con un’ultima puntura.
La procedura è relativamente semplice e poco invasiva: un catetere sottile viene inserito nell’utero della donna attraverso la cervice, e il campione di spermatozoi viene delicatamente iniettato all’interno.
Per l’esecuzione dell’inseminazione intrauterina è necessaria l’assenza d’impedimenti strutturali a livello tubarico, viene eseguita in regime ambulatoriale, è indolore e dura pochi minuti.
L’inseminazione intrauterina non richiede particolari accorgimenti da parte della donna né anestesia.
Cosa succede nel post trattamento: test di gravidanza e monitoraggio
Dopo l’inseminazione intrauterina è indicato il sostegno della fase luteale con la somministrazione di progesterone per via vaginale. A distanza di 14 giorni dalla procedura, si effettua il test di gravidanza su urine o mediante un esame del sangue per misurare i livelli della beta-hCG, che è prodotta dall’embrione una volta impiantato nell’utero. Un risultato positivo indica che è iniziata una gravidanza.
In caso di gravidanza, si esegue poi un’ecografia di controllo per verificare la presenza della camera gestazionale all’interno dell’utero. Questo controllo ecografico è fondamentale per confermare che la gravidanza si stia sviluppando correttamente. Se tutto procede in modo regolare, successivamente si continua con il normale monitoraggio della gravidanza.