La FIVET è una tecnica di Procreazione Medicalmente Assistita acronimo di Fecondazione In Vitro e Trasferimento Embrionale, attraverso la quale la fecondazione degli ovociti avviene direttamente in vitro.
Nei casi in cui la coppia abbia casi di precedenti tentativi che non hanno dato origine a una gravidanza o qualora ci siano problemi di infertilità di diversa natura, lo specialista in medicina della riproduzione può suggerire questa tecnica.
Cos’è la FIVET?
Tramite la tecnica della Fecondazione In Vitro e Trasferimento Embrionale (FIVET) si mira a facilitare l’incontro tra ovociti e spermatozoi fuori l’ambiente naturale del corpo femminile.
Durante questa procedura, gli ovociti prelevati vengono fecondati in laboratorio con gli spermatozoi, e successivamente, gli embrioni risultanti, identificati in base alla loro qualità, vengono trasferiti nella cavità uterina con obiettivo di facilitare l’impianto degli embrioni nell’utero materno e permettere lo sviluppo di una gravidanza.
Quali sono i fattori che influiscono sul successo del trattamento?
I fattori che possono influenzare le percentuali di successo FIVET sono diversi, tra cui:
- l’età della donna;
- la riserva ovarica, cioè il numero di ovociti presenti nelle ovaie in un determinato momento della vita della donna;
- la qualità e la quantità di spermatozoi disponibili;
- la presenza di condizioni ginecologiche o endocrine;
- anomalie uterine o malattie genetiche;
Le probabilità di successo tendono a migliorare con ogni ciclo aggiuntivo di trattamento. Se il primo tentativo non ha successo, è possibile considerare un secondo ciclo di FIVET, aumentando così le opportunità di concepimento.
Tuttavia, è fondamentale riconoscere che le probabilità di successo diminuiscono con l’aumentare dell’età della donna, soprattutto dopo i 35 anni. Infatti, è noto che la fertilità della donna raggiunge l’apice tra la fine dell’adolescenza e i 30 anni, iniziando a diminuire dopo i 35 anni.
Quando la donna raggiunge i 37 anni, il numero di ovuli scende a 25.000, e quando raggiunge l’età di 50 anni, età media in cui generalmente si entra in menopausa, ne rimangono al massimo un migliaio.
Gli uomini non subiscono una riduzione della fertilità con l’avanzare dell’età, la qualità del seme subisce un peggioramento con il passare del tempo, ma ogni due mesi e mezzo ne viene prodotto nuovamente.
La qualità degli ovociti, la quantità e la motilità degli spermatozoi, oltre alla salute generale della donna, giocano un ruolo cruciale nel determinare le possibilità di gravidanza.
Percentuali di successo Fivet nei centri Genera
Nei centri Genera, le percentuali di gravidanza sono del 36% per singolo ET, arrivano al 60% al primo ciclo di embrioni trasferibili, per arrivare al 93% a tre cicli con embrioni trasferibili.
Quante volte è possibile ripetere un ciclo FIVET?
Secondo vari studi, si suggerisce che il numero ottimale di cicli di FIVET dovrebbe essere limitato tra tre e quattro tentativi. È importante notare che il tasso di successo della FIVET può variare notevolmente a seconda di fattori individuali come l’età, lo stato di salute generale e la causa specifica dell’infertilità.
Tre tentativi rappresentano generalmente il punto in cui una coppia ha le maggiori probabilità di raggiungere una gravidanza.
In situazioni in cui la riserva ovarica della donna non è sufficiente per garantire il successo della FIVET dopo diversi tentativi falliti con i propri ovuli, l’ovodonazione può rappresentare una valida alternativa.
Dopo un fallimento, quando si può ritentare?
Le donne possono decidere di riprovare la FIVET quanto desiderano, a condizione che si sentano pronte. Dal punto di vista tecnico, è generalmente accettabile ripetere il processo ogni 2-3 mesi. Se ci sono ovuli congelati disponibili, è addirittura possibile iniziare immediatamente senza necessità di attesa.
Tuttavia, recenti studi hanno confrontato periodi di attesa di 1 mese e 3 mesi, dimostrando che entrambi conducono a risultati simili. Di conseguenza, per le pazienti che hanno urgenza di iniziare un nuovo ciclo, non è necessario protrarre l’attesa oltre un mese.
Le regole non sono universali: se le ovaie hanno risposto positivamente alla stimolazione precedente, potrebbero essere presenti tracce di questa attività. In questi casi, è preferibile consentire alle ovaie di tornare a un periodo di riposo naturale.
Si raccomanda quindi un approccio personalizzato e attento alle necessità individuali delle pazienti.